Con microbotulino, o “microbotox”, si intende una particolare tecnica di inoculazione della tossina botulinica, differente rispetto alla più comune iniezione intramuscolare. Non si tratta di un metodo nuovo – era infatti già conosciuto 20 anni fa col termine “mesobotox” – ma è tornato alla ribalta in tempi recenti, soprattutto grazie a studi e ricercatori di provenienza asiatica che ne hanno mostrato appieno le potenzialità.
COME FUNZIONA IL MICROBOTULINO
Il microbotulino consiste nell’inoculazione di piccole quantità (micro-droplets), molto diluite, di tossina botulinica a livello del derma, anziché dei muscoli mimici del volto come previsto dalla tecnica standard.
Studi recenti hanno dimostrato che, in sede intradermica, il botulino stimola la produzione di collagene, proteina responsabile dell’elasticità cutanea, svolge un’azione protettiva contro i danni da fotoinvecchiamento e contribuisce a minimizzare l’aspetto dei pori migliorando la grana della pelle.
L’iniezione superficiale e in quantità ridotte di tossina permette inoltre di trattare aree più ampie e delicate – come il terzo inferiore del volto e il collo – normalmente precluse alla tecnica tradizionale: il risultato è un’azione meno aggressiva e più diffusa, che garantisce un miglioramento evidente ma naturale.
UN’AZIONE SINERGICA
Il microbotulino può essere adottato come tecnica complementare a quella classica, volta come noto a inibire le contrazioni muscolari e la conseguente formazione di rughe d’espressione. Le due metodologie, agendo a profondità e in aree diverse, possono dunque essere usate in sinergia per un trattamento completo “whole-face”.