La ptosi tissutale è, tra gli effetti dell’invecchiamento, quello che altera maggiormente l’armonia della figura umana, risultando al contempo particolarmente difficile da nascondere. Si tratta, in termini colloquiali, del cedimento della pelle e dei volumi corporei per effetto della forza di gravità: una spiacevole conseguenza che contribuisce ad appesantire e invecchiare l’aspetto del volto e del corpo.
Il lifting (dall’inglese “to lift”, sollevare) è una procedura che permette di risollevare i tessuti ptosici, riposizionarli nelle loro sedi naturali e di conseguenza distendere pieghe e rughe.
Il lifting tradizionale, noto al vasto pubblico anche per l’eco mediatica degli anni ’80-’90, è un’operazione complessa che comporta ampie incisioni, scollamenti e resezioni cutanee, e di conseguenza tempi di convalescenza lunghi e moderatamente dolorosi.
L’evoluzione della chirurgia estetica ha però permesso negli ultimi anni di affiancare alle tecniche tradizionali altre soluzioni meno aggressive ma altrettanto efficaci, soprattutto in casi di gravità lieve o moderata. Per quanto riguarda il lifting, la vera rivoluzione è stata introdotta con i fili di sospensione elastici non riassorbibili (Elasticum), che permettono di ottenere risultati eccellenti a fronte di una minima invasività e con procedure ambulatoriali.
COSA SONO I FILI ELASTICUM
Si tratta di fili chirurgici elastici, costituiti da un monofilamento di silicone rivestito da poliestere. Altamente biocompatibili, e dunque scevri dal rischio di rigetto e infezioni, presentano una consistenza morbida e impalpabile, molto simile a quella dei tessuti sottocutanei. Per questo motivo, nonostante siano impiantati appena sotto la cute, risultano impercettibili a vista e tatto anche per il paziente stesso.
Le qualità elastiche permettono inoltre di ottenere il giusto compromesso fra trazione e adattabilità ai tessuti, che dunque non incorrono in tagli e lesioni come può accadere con altre tipologie di fili.
VANTAGGI RISPETTO AL LIFTING TRADIZIONALE
Come già accennato in precedenza, il lifting chirurgico tradizionale consiste nello scollamento della cute dai tessuti sottostanti e nel suo riposizionamento in seguito all’asportazione della parte eccedente. Si tratta di un intervento non privo di rischi, tuttora valido per casi particolarmente gravi di ptosi cutanea, ma inutilmente invasivo in tutti gli altri.
La procedura con fili Elasticum, al contrario, permette di evitare o limitare al minimo lo scollamento dei tessuti, annullando il rischio di danni vascolari e nervosi. Anche le incisioni e di conseguenza le suture sono ridotte al minimo, non misurano mai più di qualche millimetro e sono praticate per lo più in punti nascosti di viso e corpo.
Tutto ciò comporta ovviamente una drastica riduzione dei rischi rispetto all’intervento tradizionale: la possibilità di necrosi cutanee ed ematomi è azzerata, mentre gli effetti collaterali post operatori (edema e lievi ecchimosi) risultano più facilmente mascherabili e risolvibili nell’arco di un mese al massimo.
L’inserimento dei fili avviene in anestesia locale assistita e il paziente può essere dimesso il giorno stesso, a poche ore dal termine dell’intervento. La modalità ambulatoriale ha anche l’indubbio vantaggio di ridurre i costi della procedura, che risulta dunque molto più economica per il paziente rispetto alle pratiche tradizionali.
Quanto ai risultati, i fili di sospensione conferiscono alla pelle un aspetto giovane e fresco senza tuttavia apparire artefatto, come talvolta può accadere col lifting tradizionale: il cambiamento è netto ma naturale.
COME AVVIENE LA PROCEDURA
I fili Elasticum sono inseriti sotto cute con uno speciale ago atraumatico a doppia punta (Jano needle) in punti specifici secondo l’area da trattare. La trazione del filo può essere facilmente modulata in base al risultato che si desidera ottenere, tenendo anche conto di eventuali asimmetrie da correggere.
Raggiunto il giusto grado di trazione, i fili vengono fissati a fasci muscolari particolarmente resistenti, così da garantire un sostegno costante e stabile.
L’aspetto più interessante della procedura è però, senza dubbio, il felice connubio che si instaura tra organismo e filo elastico nel periodo successivo all’intervento: nell’arco di circa tre settimane, infatti, lo strato esterno del filo viene gradualmente colonizzato dai fibroblasti, andando a costituire una sorta di nuovo legamento naturale. Si tratta di un fenomeno spontaneo, noto come fibrosi, per cui l’organismo tende a produrre nuovi tessuti intorno a corpi percepiti come estranei. L’uso dei fili Elasticum rispecchia dunque un approccio del tutto nuovo alla pratica del lifting: non sono più i tessuti dei pazienti, ampiamente scollati e riposizionati, che mantengono la sospensione e la trazione, ma è lo stesso filo elastico a trasformarsi, grazie all’azione del corpo, in un “legamento naturale”.
SEDI DI APPLICAZIONE
I fili Elasticum possono essere impiegati per risollevare l’area sopraccigliare, restituendo allo sguardo un aspetto fresco e vivace, e per ridefinire il terzo inferiore del volto, in particolate il profilo mandibolare e l’area naso geniena (dove si formano le cosiddette “rughe della marionetta”). Ottimi risultati si ottengono anche contro il rilassamento cutaneo del collo.
Per quanto riguarda il corpo, i fili elastici vengono oggi proficuamente impiegati nella tecnica di round block, un metodo di mastopessi (sollevamento seno) alternativo a quelli tradizionali con incisione a T rovesciata, col duplice vantaggio della minore invasività e della drastica riduzione delle cicatrici.
I fili Elasticum consentono infine di ottenere eccellenti risultati anche sull’area glutea: il Dottor Raoul Novelliha ideato e introdotto una tecnica innovativa, B-Up, che permette al contempo di risollevare i glutei, accentuarne la proiezione e migliorarne la forma, senza modificarne necessariamente il volume. Tale effetto è dato dalla felice combinazione di due tecniche di disposizione dei fili, che si completano e perfezionano a vicenda.